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Il ministro Gelmini riscrive la storia d’Italia, per cancellare le pagine su fascismo, antifascismo, Resistenza, Liberazione

C’era
da aspettarselo che prima o poi il ministro della pubblica (d)istruzione
avrebbe attaccato direttamente la
Resistenza.

Così,
il suo ministero sta approntando programmi di storia in
cui
non si parlerà più di fascismo,
antifascismo, Resistenza partigiana, Liberazione
.

La
motivazione addotta è tanto ridicola quanto falsa. Questa decisione
servirebbe ad avere più tempo per studiare il Novecento: il periodo del
fascismo, infatti, per la signora Gelmini non va dal 1920-1922 al
1943-1945, ma appartiene all’alto Medioevo!!!

Si
stravolge la storia, per tenere gli studenti ne
ll’ignoranza
e ingannarli
sulle politiche di questo
governo, che si ispirano al fascismo e alla sua cancellazione della
libertà e della giustizia sociale
.

Contemporaneamente, si
attacca la Costituzione perché fondata sull’antifascismo e sulla
Resistenza e sul significato di liberazione sociale
e politica di cui sono portatori.

Al
tempo stesso, adesso in modo strisciante e domani in modo aperto e
plateale, si intende marciare verso la glorificazione di un personaggio
come Mussolini e del suo regime fascista alleato del fascismo giapponese
e del nazismo tedesco, coi quali ha condiviso e perpetrato l’assassinio
di decine di milioni di esseri umani in Europa, Africa e Asia, la
distruzione di interi Paesi, la soppressione di ogni libertà,
l’abbattimento della democrazia e della convivenza civile
.

La
riscrittura della storia, già diffusa dai mezzi d’informazione asser
viti
al capo del governo, potrà così
arrivare
nelle
scuole, dove il ministro Gelmini ha già licenziato decine di migliaia di
dipendenti fra docenti e non-docenti e dove un altro minis
tro
(Sacconi,
quello del lavoro) sta
riducendo di un anno l’obbligo scolastico (con conseguente soppressione
di corsi e di posti di lavoro), per mandare a lavorare come apprendisti
ragazzi e ragazze di 15 anni con paghe di miseria e con garanzia zero di
stabilità lavorativa (
altre migliaia
di giovani condannati all’ignoranza e
al
lavoro precario).

Manipolazione dei programmi scolastici;
distruzione della conoscenza e della consapevolezza della storia
recente, come retroterra della formazione civile delle nuove
generazioni; indottrinamento e lavaggio del cervello degli studenti;
trasformazione dei carnefici in eroi e -perché no?- in martiri
.

Carnefici
che rispondono alle identità di Mussolini; dei gerarchi fascisti
nazionali e locali; degli squadristi assassini di migliaia di
antifascisti; dei magistrati che ne condannarono migliaia alla galera
più feroce; degli ufficiali che ordinarono stragi di centinaia di
migliaia di uomini, donne e bambini in Africa, in Jugoslavia, in Grecia,
in Albania; dei miliziani delle SS italiane e delle altre formazioni
armate fasciste che, insieme ai nazisti, assassinarono in Italia decine
di migliaia di partigiani e di cittadini inermi; dei fascisti di varia
responsabilità istituzionale che perseguitarono i cittadini italiani di
origine ebraica, mandandone migliaia alla morte nei campi di sterminio
con annessi forni crematori
.

È  anche a partire dalla
scuola che questo governo intende spianarsi la strada per ridurci nella
condizione di sudditi, cancellando Costituzione e ogni altra garanzia
democratica e sostituendole con un ordinamento giuridico di tipo
liberticida.

Non è il
caso che il mondo della scuola
, a
partire da questo
25 Aprile 2010 (a
65 anni dalla
Liberazione dal fascismo,
conquistata dalla guerriglia partigiana nel
1945),
si attivi, insieme agli altri contesti sociali, per costruire
un’opposizione al ritorno alla barbarie
?

 

Coordinamento
Antifascista Antirazzista Toscano

cicl.
in proprio via G.Orsini, 44 Fi
, aprile
2010; e-mail: caatoscano@gmail.com

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Firenze: 6 febbraio PRESIDIO ANTIFASCISTA

 

Anche quest’anno, purtroppo, poche decine di persone insceneranno la
solita lugubre sfilata silenziosa per “ricordare le vittime delle foibe
e del comunismo”, condita da tricolori, croci celtiche, bandiere
neoirredentiste e saluti romani. Insieme ai rampolli della destra
fiorentina ci saranno, ovviamente, i vertici del PDL.
L’istituzione
della Giornata del Ricordo rappresenta un punto di svolta di quel lungo
processo chiamato “revisionismo storico”: un processo che mira alla
tanto sbandierata “pacificazione nazionale”, da ottenersi mediante una
“memoria condivisa”, basata su una metodica falsificazione delle verità
storiche. Una falsificazione che avviene per mano dei politici, di
destra e di centro-sinistra, che strumentalizzano un fenomeno
svincolandolo dal suo contesto storico e gonfiandone a dismisura i
numeri (Gasparri è arrivato a sostenere addirittura che gli infoibati
fossero milioni!), e per mano di alcuni “storici”, incapaci o in
malafede.
Il fenomeno delle foibe può essere infatti compreso solo
se lo si colloca nella sua reale dimensione storica. La Venezia Giulia,
l’Istria e la Dalmazia entrarono a far parte dell’Italia, a dispetto
della loro composizione etnica, come compenso per aver combattuto a
fianco dell’Intesa nella Prima Guerra Mondiale. L’avvento di Mussolini
inaugurò il cosiddetto “fascismo di frontiera” (in piena continuità con
la politica dei liberali): vale a dire una serie di provvedimenti di
italianizzazione forzata del confine orientale, che portarono alla
chiusura di scuole croate e slovene, all’imposizione dell’italiano nei
giornali e nei tribunali, fino all’italianizzazione dei cognomi e della
toponomastica). Come se non bastasse, nell’aprile del ’41 l’Italia
partecipò all’occupazione nazista della Jugoslavia, rendendosi
protagonista di omicidi, stupri e rastrellamenti, di incendi di interi
villaggi e dell’internamento di migliaia di civili in campi di
concentramento (come ordinava la “famosa” circolare 3c del gen. Mario
Roatta).

E’ in questo quadro esasperato che ebbe luogo
l’episodio delle foibe. Questo va inoltre diviso in due episodi
distinti. Quello del settembre ’43, quando, secondo fonti nazifasciste,
i morti furono 3-400 (le salme recuperate furono 200), nelle stesse
zone che, temporaneamente in mano ai partigiani di Tito (giuridicamente
al fianco degli Alleati e contro i Repubblichini!), furono
riconquistate al prezzo di 13mila morti tra militari e civili. Questo
fenomeno può quindi essere definito come un episodio di giustizia
sommaria delle persone più compromesse con il regime fascista (se i
partigiani avessero voluto fare “pulizia etnica” degli italiani, il
numero dei morti sarebbe stato non poco più alto).
L’altro episodio
fu quello del maggio ’45, dove gli scomparsi furono invece 500,
regolarmente arrestati e giudicati da un Tribunale Militare (della
maggior parte di essi, che furono fucilati, è accertata la loro passata
appartenenza a forze militari o collaborazioniste del nazifascismo).
Delle
vendette personali (e ce ne furono in tutta Europa, nei mesi successivi
alla fine della guerra) non possono essere certo resi responsabili un
movimento di liberazione intero né, tanto meno, un popolo.
E’ così
che membri di milizie fasciste, civili collaborazionisti e delatori
diventano “innocenti la cui unica colpa era quella di essere italiani e
non vergognarsene”, così come i Repubblichini diventano “bravi ragazzi
animati da un non comune amore per l’Italia”, da equiparare ai
partigiani liberatori. La Giornata del Ricordo diventa invece la
giornata dell’orgoglio fascista, ufficialmente legittimato dal
riconoscimento dello Stato, e il punto culminante di quell’operazione
di sdoganamento che permette a questa feccia di candidarsi alle
elezioni con il PDL (come il leader di Forza Nuova Fiore), di
scorrazzare per le nostre città aggredendo migranti, omosessuali e
militanti di sinistra, di mettere in atto raid punitivi contro i
lavoratori in lotta (vedi il caso dell’Eutelia, a Roma) e, in ultimo,
di diffondere un’ideologia autoritaria, dell’ordine e della sicurezza.
E’
questo il ruolo dei fascisti, lo era prima del ’22, lo era negli anni
della strategia della tensione e lo è ancora adesso: da una parte
intimorire e reprimere chi lotta (protetti e spalleggiati dalle forze
dell’ordine), dall’altra fare proseliti, in tempi di crisi economica,
attraverso una propaganda populista e razzista, affinché chi ogni
giorno lucra sulle nostre vite e sul nostro lavoro mantenga inalterati
i suoi immensi profitti e continui a manovrarci dall’alto.
Non
lasceremo che mentre i nostri compagni muoiono e soffrono nelle
carceri, mentre quattro lavoratori al giorno non tornano a casa dalle
loro famiglie per una miseria, i fascisti, vecchi, nuovi e ripuliti, ostentino i loro vergognosi simboli e sfilino per la nostra città diffondendo odio e xenofobia.

6 FEBBRAIO PRESIDIO ANTIFASCISTA
Dalle 16.00 – P.ZZA DELLA COSTITUZIONE
FIRENZE

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Corteo a Livorno sabato 16 gennaio ore 11 pzza Repubblica

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Corteo 12 Dicembre, prime adesioni

 

 

 

Ecco le prime adesioni ricevute per il corteo del 12 dicembre:

Assemblea delle scuole in Lotta
Voci dalla Macchia
Assemblea Popolare Antifascista di Rignano
Centro Popolare Autogestito fi-sud
Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Unione degli Studenti – Firenze
Assemblea permanente Campi Bisenzio Antifascista
Comitato cassintegrati GKN
Movimento di Lotta per la Casa
Cirocolo 26 luglio Italia-Cuba
Rete Antifascista Pistoiese
Rete dei Comunisti – Pisa
Circolo Agora’ – Pisa
Comitato per lo smantellamento di Camp Darby
Circolo Italia-Cuba Cienfuegos – Pisa
Centro Politico 1921 – Livorno
Movimento Antagonista Livornese
Coordinamento Studentesco Livornese
Collettivo Anarchico Libertario Livornese
Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano
CAAT Valdera
SLAI Cobas
Cobas ATAF
Cobas del Comune di Firenze
Rifondazione Comunista – Firenze
Rifondazione Cominista – Livorno
Comunità di Base delle Piagge – Firenze
Circolo Gramsci Campi Bisenzio
Circolo Aziendale Ferrovieri del PRC "Spartaco Lavagnini" – Firenze
ANPI Campi Bisenzio
PerUnAltraCittà
Partito dei CARC
Partito Comunista dei Lavoratori – Toscana
PCL Firenze
PCL Empoli
Associazione Sinistra Unita e Plurale – Firenze
Nuova Unità – Rivista Comunista

ASA – Lucca-

Centro di Documentazione di Pistoia

Comitato Antifascista San Lorenzo -Pistoia-

Comitato Pistoiese per la Palestina

Comunita’ in resistenza -Empoli-

Confederazione Cobas Toscana

Cobas Ataf- Firenze

CSA Intifada – Empoli-

CSA nEXt Emerson – Firenze-

CUB Pistoia

Dada Viruz Project -Viareggio-

Movimento Antagonista Livornese

Movimento di Lotta per la Casa – Firenze-

Precari Autorganizzati -Pisa-

Progetto Prendo Casa -Pisa-

Spazio Liberato Ex-Breda – Pistoia-

Spazio Antagonista Newroz -Pisa-

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12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2009 L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA LIBERTA’ PER GLI ARRESTATI

12 dicembre 1969 – 12 dicembre
2009
L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA
LIBERTA’ PER GLI ARRESTATI

A 40 anni dalla strage impunita di Piazza Fontana, che segnò
l´inizio della strategia della tensione e l´uso dei teoremi giudiziari e dei
gruppi neofascisti come manovalanza reazionaria, saremo in piazza a
manifestare perché oggi è necessario ribadire che l´antifascismo è una pratica
quotidiana di aggregazione, impegno e socialità, antidoto ad un clima generale
fatto di "pacchetti sicurezza" e campagne di odio alimentate ormai da anni da
un ceto politico screditato che attraverso la criminalizzazione di gruppi
etnici, settori sociali ed esperienze politiche di base, cerca consensi e
legittimità.
In un paese in profonda crisi politica, economica e culturale,
sono infatti la repressione, l´intolleranza e l´odio per un presunto diverso
che stanno prevalendo. Si scaricano così tensioni sociali sulle categorie più
deboli come gli immigrati e si reprime ogni forma di resistenza sul
territorio. Un paese dove si muore pestati nelle celle, dove le carceri
scoppiano, dove vige la caccia al rom, dove un gruppo di squadristi con a capo
il padrone fa irruzione in una fabbrica occupata dai lavoratori senza
stipendio da mesi – come all´Eutelia di Roma – e dove continuano a morire tre
lavoratori al giorno. Un paese dove 5 studenti sono arrestati per rapina per
non avere pagato 500 fotocopie. Un paese dove gli immigrati sono soggetti a
leggi speciali, con carceri speciali, extragiudiziali come CPT e CIE,
continuamente vessati nei loro diritti ed affetti, forza lavoro da sfruttare
attraverso il ricatto. Un paese dove immigrati, omosessuali e trans sono
vittime continuamente di aggressioni fasciste. Dove il ruolo della donna è
relegato tra la "velina" e la brava casalinga.
Non può stupire quindi che
si legalizzino le ronde dei "cittadini" e che i nuovi gruppi fascisti siano
protetti e finanziati in tutta Italia, usati nel tentativo di intercettare
consenso e disagio tra i giovani e nei quartieri popolari.

Questo sta
accadendo anche in Toscana: 7 persone arrestate tra Pistoia e Livorno per i
danneggiamenti della sede di Casapound Pistoia, 1 ragazzo arrestato per aver
messo un petardo a Firenze ed 11 antifascisti accusati di tentata rissa
perquisiti con cani antiesplosivo e costretti al prelievo del DNA
semplicemente per aver risposto ad una chiamata d´aiuto di una ragazza
minacciata da un gruppo di neofascisti. Appare chiara la strumentalizzazione
di queste operazioni di Procure e polizie toscane, in cui si continua a
costruire teoremi, usando categorie come quella del terrorismo per isolare e
indicare al pubblico disprezzo compagni antifascisti e militanti politici, per
ridurre al silenzio tutto un movimento forte e radicato, garantendo invece
legittimità, soldi e agibilità a gruppuscoli fascisti. Una regione in cui 90
militari dell´Arma fanno irruzione nelle case occupate dal Movimento di Lotta
per la Casa dove vivono rifugiati politici ed immigrati, spaccando tutto e
denunciando gli abitanti con il solo scopo intimidatorio, mentre in galera
vengono lasciati morire ragazzi come Yassin, 17 anni, suicida a Firenze nel
carcere minorile. Dove altri ragazzi 17enni sono invece colpiti da denunce,
avvisi orali, intimidazioni per frenarne l´impegno e l´attività
politica.
Una regione dove però esiste ancora un tessuto sociale e popolare
antifascista ed antirazzista, che rifiuta i fascisti, che rifiuta i CIE, che
parla di unità oltre i colori della pelle, dove le mobilitazioni per la
libertà degli antifascisti arrestati sono partecipate e diffuse.
Il 12
dicembre la Toscana antifascista ed antirazzista sarà in piazza perché di
fronte a tutto questo non si può più stare in silenzio!!!!

Saremo in
piazza contro arresti, perquisizioni, inchieste e teoremi, per la libertà
delle persone arrestate, per dire che continueremo le nostre lotte sul
territorio, nelle scuole e nei posti di lavoro e contro la costruzione di un
CIE in Toscana; saremo in piazza perché per noi sicurezza significa un posto
di lavoro sicuro, una casa per tutti, una scuola pubblica, per rafforzare reti
e relazioni sociali capaci di rispondere alla gravità di quanto sta accadendo.

12 DICEMBRE 2009 MANIFESTAZIONE REGIONALE
ORE 15.30 Piazza San
Marco – Firenze

TOSCANA ANTIFASCISTA

Per adesioni:
corteo12.12firenze@hotmail.it

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DOMENICA 15 seconda assemblea regionale del CAAT

CAR@ COMPAGN@
 
E’ CONFERMATA LA SECONDA
ASSEMBLEA DEL COORDINAMENTO ANTIFASCISTA ANTIRAZZISTA
TOSCANO
 
GIORNO: DOMENICA 15
NOVEMBRE
LOCALITA’ : PISTOIA
DOVE?: CIRCOLO ARCI
BONELLE
ORARIO: INIZIO ORE
10,00
—CONCLUSIONI PREVISTE PER LE 17,00
CIRCA (
organizziamo per i panini a pranzo e, forse, qualcosa di
più)
 
IL CIRCOLO ARCI
BONELLE
SI RAGGIUNGE COSI’:
  • USCITA AUTOSTRADALE PISTOIA
  • DOPO IL CASELLO A
    DESTRA
  • A TRECENTO METRI UNA GROSSA
    ROTONDA
  • LA PRIMA A
    DESTRA
  • SI RIPASSA SOTTO
    L’AUTOSTRADA
  • AL BIVIO
    PROSEGUIRE DRITTO
  • A MENO DI 1
    CHILOMETRO
    DALLA ROTONDA, SULLA SINISTRA
    C’E’ IL CIRCOLO
  • DIETRO C’E’
    UN PARCHEGGIO CAPIENTE
Dopo i fatti di queste ultime ore, dopo gli ultimi arresti
di compagn@ di Pistoia e Livorno, appare ancora più urgente una pausa di
riflessione per la ricerca di forme di lotta di più ampio coinvolgimento e,
possibilmente, più incisive.
Serve il contributo e la disponibilita’ di
tutt@.
Il 24 ottobre, appena due settimane fa, c’è stata una
manifestazione partecipatissima e combattiva a Pistoia.
Il 7 un’altra manifestazione molto partecipata
a Livorno
Il giorno prima una ancora a Firenze nel pomeriggio
 e la sera  a Prato.
Una eventuale a Pistoia  sabato 14 è veramente
improcrastinabile?
Non rischierebbe solo di far fallire l’assemblea già
fissata del 15?
Non è forse più necessario raccogliere le idee e le
forze?

Tra l’altro, lo stesso giorno, a Firenze, c’è una
manifestazione per la Palestina.
 

Nei giorni passati abbiamo provato a fare qualche proposta
di metodo, oggi qualcuno propone di mettere all’ordine del giorno
tre
punti:
  • UN COLLEGIO DI DIFESA LEGALE
  • UNA CASSA DI RESISTENZA PER LE SPESE E IL SOSTEGNO
    DEI/DELLE COMAGN@ COLPITE
  • UN RIPENSAMENTO DI TUTTE LE REALTA’ IMPEGNATE SU ALTRI
    FRONTI SULLE PRIORITA’
Invitiamo  TUTTI a fare proposte per l’ordine
del giorno dell’assemblea.
Invitiamo tutte le realta’ toscane, tutti i singoli,
interessati ad impegnarsi su questo fronte, ad essere presenti

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Corteo regionale antifascista per la liberazione dei compagni e contro la repressione

Corteo regionale antifascista per la liberazione dei compagni e contro la repressione

 

In seguito ai fatti di Domenica 11 Ottobre, facciamo appello a tutte le realtà antifasciste toscane a

partecipare al corteo che si terrà a Pistoia, Sabato 24, per chiedere l’immediata liberazione

dei tre compagni sequestrati dall’autorità giudiziaria pistoiese ed il ritiro delle denuncie a carico degli altri otto.

 

Denunciamo il comportamento ignobile della DIGOS di Pistoia che, senza alcuna giustificazione,

ha da prima perquisito i locali dell’ex Circolo Primo Maggio non trovando alcuna prova dove

stava svolgendosi un assemblea del nascente coordinamento toscano contro le ronde. In seguito ed

in maniera ancora più arbitraria ha deciso di deportare tutti i partecipanti all’incontro in questura,

per
procedere ad una seconda identificazione (la prima era già avvenuta sul
posto). Dopo 12 ore di sequestro tre compagni sono stati arrestati, ed
altri 8 denunciati a piede libero.

E’
palese l’accanimento della questura pistoiese contro persone totalmente
ed evidentemente estranee ai fatti, accanimento che sembra voler
servire da monito a tutti coloro che decidono di auto-­organizzarsi per
far fronte a delle emergenze sociali -in questo caso le ronde- alla
repressione e alla fascistizzazione della società, che molti sembrano o
vogliono non vedere.

Impossibile non notare poi, di come il concetto dei due pesi e due misure si sia palesato in questa

vicenda:
salta infatti subito all’occhio la mole di attestati di solidarietà
giunti ai “fascisti del terzo millennio” ed al consigliere comunale del
pdl che queste sedi frequenta, da parte di tutte le

realtà “democratiche” cittadine, da destra e da sinistra, che a suo tempo tacquero o si dimostrarono

“timide” nel portare solidarietà al compagno ferito in un aggressione di stampo fascista il 13 Dicembre 2008.

 

Alessandro, Elisabetta ed Alessandro LIBERI SUBITO!

 

Per
la loro immediata liberazione, per la cancellazione delle denunce, per
ribadire che la repressione non fermerà tutti coloro che non accettano
di subire passivamente la violenza del sistema,in solidarietà ai
compagni massesi sotto processo per la vicenda delle ronde popolari
antifasciste ed antirazziste, per la chiusura dei covi nazifascisti,
contro la criminalizzazione dell’antifascismo militante.

 

Sabato 24 Ottobre 2009 Corteo regionale antifascista per la liberazione dei compagni e contro la

repressione.

Concentramento ore 16:00 presso la Stazione di Pistoia.

 

Info ed adesioni: raf-pt@canaglie.org

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Video del CAAT a Roma

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17 Ottobre ANTIRAZZISTA

Questo è un video riassuntivo della manifestazione di ieri a Roma, che ha visto la partecipazione di almeno 25omila persone; presente anche il CAAT con un suo striscione, di seguito alcune foto: 

 

 

 

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E LORO ARRESTANO GLI ANTIFASCISTI!

Nel pomeriggio di domenica 11 ottobre a Pistoia, la sede di “Casa
Pound”, organizzazione neo-fascista che attraverso manifestazioni
fomenta l’odio sociale e quello razziale, ha subìto un’irruzione da
parte di un gruppo che la polizia ha dichiarato essere costituito da
giovanissimi sotto i 20 anni.
Qualche ora dopo, 25 antifascisti (di età fra i 35 e i 60 anni, quindi
per niente giovanissimi), riuniti nel Circolo ARCI “1° maggio” dove
hanno dovuto subire la perquisizione della polizia, sono stati fermati
mentre ne uscivano, condotti in Questura, dove sono stati trattenuti
per molte ore, interrogati senza l’assistenza di un avvocato, infine,
quando già era alba, rilasciati (grazie al presidio fatto davanti alla
questura per tutta la notte da un centinaio di compagni dei fermati
accorsi a solidarizzare con loro), mentre 3 di loro sono stati
arrestati con imputazioni che vanno dalla “devastazione” ad “azioni con
finalità di terrorismo”!!!

“Casa Pound” è strettamente intrecciata col PdL (Forza Italia+Alleanza
Nazionale), come a Pisa, dove alcuni di loro sono all’interno di
“Laboratorio ’99”, un circolo che ha anche consiglieri comunali e
provinciali del PdL. Cosa che avviene in molte altre città e che prova
che la destra estrema gode di sostegno, legittimazione e copertura da
parte del PdL. Anche a Pistoia, nella sede di “Casa Pound” al momento
dell’irruzione era presente un consigliere comunale del PdL.

Ritornando ai fatti di domenica a Pistoia, c’è da dire che il Circolo
ARCI si trova a qualche centinaio di metri dalla sede di “Casa Pound”,
cosa che la polizia sta usando per cercare di dimostrare che gli autori
dell’irruzione nella sede neo-fascista sono poi andati a rifugiarsi
all’ARCI. Cioè, invece di squagliarsela, sarebbero rimasti sul luogo
del delitto: che furbi!!!

Quello che è avvenuto solo pochi giorni fa a Napoli (manifestazione
antifascista di massa contro l’occupazione di un immobile da parte di
“Casa Pound”, finita con l’arresto di 3 antifascisti e un feroce
pestaggio di molti di loro a opera di reparti della polizia) oggi si
verifica in Toscana coi fatti totalmente illegali commessi dalla
polizia a Pistoia.
Gli episodi di violenza fascista sono ormai numerosi anche in Toscana e
a Pisa, dove si sono avuti attentati incendiari e lancio di bombe-carta
contro sedi di partiti di sinistra e centri sociali, continue
aggressioni contro gli immigrati.

Di fronte a noi sta un Governo travolto dagli scandali e dai processi
pendenti sul suo capo supremo, delegittimato dalla bocciatura, da parte
della Corte Costituzionale, del cosiddetto “Lodo Alfano” con cui si era
sottratto alla Giustizia; un Governo screditato a livello
internazionale e interessato non a fronteggiare la crisi ma ad
approfittarne per accanirsi contro i lavoratori, i precari e i
disoccupati, gli studenti, perché non rialzino più la testa.
In questa situazione, il Governo ha tutto l’interesse a promuovere una
sorta di strategia della tensione, di montarla con le sue forze di
polizia, di aizzarla coi mezzi d’informazione di cui ha la proprietà e
il controllo il suo capo e padrone.
Una strategia che ha l’obiettivo di accrescere il dominio del Governo
-e dei poteri e dei settori sociali che lo sorreggono e che se ne
avvantaggiano- sulla società e sui movimenti di lotta che possono
percorrerla per difendersi dalla crisi economica, sociale e politica
che stiamo vivendo.

Le perquisizioni, i fermi e gli arresti arbitrari dell’11 ottobre a
Pistoia sono fatti gravissimi contro la democrazia, contro la legalità
costituzionale e contro l’antifascismo.

Gli antifascisti devono ritornare subito in libertà,
 il questore di Pistoia deve dimettersi,
in galera devono finire gli autori delle aggressioni fasciste
ai danni degli omosessuali, degli immigrati, dei democratici.


Giovedì’ 14 Ottobre dalle ore 17,30 alle ore 19,30


Presidio Antifascista davanti alla Prefettura di Pisa


COORDINAMENTO ANTIFASCISTA ANTIRAZZISTA TOSCANO

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